Museo/Monumento
CHIESA DEI CAPPUCCINI
Roccavaldina
Chiesa dei Cappuccini
Originariamente il Convento era di proprietà dei Padri Conventuali Riformati di Messina, col titolo di S. Cecilia e la Chiesa intitolata a San Giovanni Battista .
Successivamente viene intitolata a San Francesco d'Assisi e Oratorio dei Filippini .
Con la Riforma del Sommo Pontefice Sisto V il Convento rimase vuoto e fu abolito.
Alla cittadinanza parve quella l'occasione favorevole per introdurre i padri Cappuccini facendone apposita richiesta alla Santa Sede con il nulla osta del Padre generale dei conventuali.
L'anno 1627 per Bolla del Sommo Pontefice Urbano VIII fu legalizzato l'ingresso nel Convento dei Frati Cappuccini . La Bolla divenne esecutiva il 19 dicembre dello stesso anno e registrata nella G.C. Arcivescovile di Messina il 2 gennaio dello stesso anno - XI Indizione 1627.
L'ingresso sortì il giorno di Santa Mattia apostolo e cioè il 20 febbraio 1627, dopo aver fatto solenne processione e predica ed eretta la Croce al di fuori del Convento dove attualmente è situata e che segnava il limite della giurisdizione, con la presenza dei signori Marchesi della Rocca Don Andrea Valdina e il Nobile di Venetico oltre al concorso del popolo e del Padre Bonaventura da Taormina .
Dopo due anni dell'avvenuto possesso, e precisamente nel 1629, i Frati iniziarono la costruzione della Chiesa secondo il loro modello e la fecero più larga delle altre esistenti in altri conventi.
Finita la costruzione, cadde il damuso, onde con il parere dei superiori e dei costruttori determinarono di restringerla un poco e ne costruirono un'altra nell'interno con muri perimetrali di due palmi di murazza per ogni parte e così la Chiesa si restrinse da trenta a ventisei palmi.
I monaci si sostentavano con l'elemosina somministrata dalla pietà del popolo. Il convento divenne luogo di cura per gli infermi. Inoltre veniva praticato il noviziato e lo studio.
I confini entro i quali i Frati erano autorizzati ad esercitare la questua, dal 1° settembre fino al 31 maggio, erano la Rocca con tutto il suo territorio, la terra di S. Martino col suo territorio, Fondachello fino al fiume della pietra, il feudo della Scala , il Benefizio ed il Casino fino al fiume Niceto. L'onere che ne derivava era quello di dare al Convento di Rometta una pesa di lino per ogni anno e la comunità di Valdina contribuiva con due finanze.
Nel 1865 furono soppressi gli ordini religiosi, monasteri e conventi chiusi ed i loro beni confiscati dal demanio a tale legge non sfugge neanche il Convento di Roccavaldina.
Nel maggio del 1885 il Signor Mariano Visalli compra dal demanio dello stato il fabbricato dell'ex convento dei Cappuccini di Roccavaldina per £. 470.
Successivamente nell'anno 1897 lo vende al Comune di Roccavaldina per il prezzo di £. 1.163.
Con il terremoto del 1908 la parte nord del convento venne distrutta e rimase solo la Chiesa con la stanza del Rettore.
Il cenobio recentemente è stato oggetto di importanti lavori di restauro finalizzati al recupero del suo antico splendore, mentre l'area circostante è stata adibita a verde pubblico, attrezzato con strutture per il tempo libero.
All’interno ci sono:
- Una statua della Madonna delle Grazie che originariamente si trovava nella Chiesa dell’Eremo di S. Filippo Neri ormai scomparsa
- Una statua di S. Giuseppe e Gesù Bambino .
- Nella cappella laterale un busto raffigurante presumibilmente un Monsignore proveniente dal Convento di S. Filippo Neri.