Museo/Monumento
GALLERIA D'ARTE
Descrizione
All’interno della CASA VERMIGLIA è ospitata una collezione di opere d'arte contemporanea proveniente dalla donazione del pittore Nino Cannistraci Tricomi.
Le opere donate e qui esposte sono cronologicamente rappresentative della storia artistica del pittore Nino Cannistraci Tricomi e ciascuna di esse si riferisce a un periodo della sua ricerca e del suo percorso di vita.
Dopo un periodo figurativo, lo studio dell'artista si accentra sull’informale e di questa corrente sperimenta l'uso di ogni possibile materiale e tecnica adoperando tutto quanto gli serve per dare spessore e drammaticità alle sue tele.
Seguono poi le espansioni, degli anni sessanta, indicate nelle tele con una "E" seguita da una numerazione progressiva.
Queste opere, preannunciano un ulteriore passaggio artistico che si materializza nei quadri denominati "strutture" ottenute con l'apporto della tecnica fotografica e racchiuse in un oblò metafisico, anticipando cosi di alcuni anni esperienze di altri grandi artisti.
Il filo della ricerca si svolge, seguendo la stessa logica e con una evoluzione stilistica e consequenziale che si evolve negli "eventi".
In questo periodo la pittura si fa più rarefatta ed essenziale, sino a quasi sparire.
Una esplicita adesione, questa, al concettuale e in seguito al minimalismo strutturale, la cui ricerca è ancora in atto.
N° 1 - "Natura morta" del 1956 - In questa opera, che appartiene ai primo periodo, l'artista trae spunto dal paesaggio e da tutto quanto lo circonda esprimendosi tuttavia, anche se con una tecnica figurativa, in maniera del tutto personale cogliendo, già d'allora, l'essenzialità delle forme.
N° 2 - "Agadir Forza 10" - Questa opera è stata dedicata al disastroso terremoto di Agadir ( Marocco ) del 1960. I colori, il nero e l'oro, i materiali usati per ottenere le composizioni, la sabbia e gli stecchini,, rendono l’idea di una materia primordiale ed astrale.
N° 3 - "E 114" del 1964 - Espansione ( E ) significa il movimento e la forza di una materia viva alla ricerca di una definizione dimensionale. Questa tela emana una vibrazione organica tra animale e vegetale, leggermente inquietante; potrebbero essere rami secchi, ma anche zampe di ragno osservate con una lente, oppure screpolature di una pietra. Più che rappresentare la materia cosmica, rappresenta in qualche modo il mondo interiore dell'artista.
N° 4 – "Struttura" del 1974 - Questa opera può essere considerata una pagina di un documentato volume sulla "Natura" in quanto attua e realizza gli enunciati di un fenomeno originario che ha un profondo ed Inesauribile legame con il "reale", il tutto racchiuso nell'oblò metafisico dove la condizione materica degli elementi mononucleari vivono la loro grande avventura.
N° 5 - "Evento" del 1983 - Eventi intesi come ciò che è già accaduto, ma sono anche ciò che può accadere. La larga pennellata taglia la tela, si impone sul fondo. Un violento scorrere luminoso dell'intuizione che si struttura come linguaggio. L'inizio e la fine sono al di là della tela e non si possono raggiungere. E' necessario percorrere assieme l'esperienza.
N° 6 e N° 7- "Ou Toπoa"- del 1994 - Queste opere sono la traduzione di un "evento mentale", di un pensiero, appunto, che prima di essere "dipinto" è soltanto pensato. li distacco è dato in particolare dalia quasi totalizzante invasione della pittura e che dà al campo ottico la sensazione di un ordine assoluto, di una notturna calma, di una precisione quasi matematica che l'artista ottiene utilizzando forme sagomate che eliminano ogni incertezza della mano.
N° 8 -"Icone" del 1996 - Un chiaro riferimento alla sacralità delle icone come traduzione di un "evento mentale" di un pensiero. Sono questi la forma e i colori del "pensiero" pensiero che ha forme e colori; ed ecco dimostrare che si può pensare e, grazie alla pittura, anche vedere.
N° 9 - "Silenzio" 1998 - Questa opera possiede una sua perfezione quasi industriale o, se si vuote naturale, come se così come si vede fosse di per se nata e non costruita. Proprio per questa perfezione e questa naturalità riesce a catturare le Idee del silenzio, dell'ordine e della bellezza, dando a questa opera la saggia follia di chi riesce a coltivare ancora l'Utopia.
N° 10 - "Silenzio" del 2001 - Questa opera assume spessore e forma di oggetto con tendenza all'occupazione fisica dello spazio. Questa pittura mostra anche la sua faccia estetica, il gusto raffinato ed estenuato dell'eleganza che punta alla bellezza. Silenzio, ordine e bellezza, raggiunti con una pittura fredda, lucida e apparentemente inespressiva. In quel colore steso coi assoluta indifferenza, si vanno depositando te idee di un luogo senza più tempo e spazio, ci un " altrove " (fatto et ucronia e utopia) che non è affatto fisico ma di ordine mentale. E se Yves Klein poteva dire: "Le mie opere sono testimoni immobili e silenziose e statiche dell'esistenza stessa, del movimento e della vita in libertà", è possibile anche vedere nei "passaggi di nero" dei veri e propri "paesaggi di nero".
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